
LA STERILIZZAZIONE NELLO STUDIO DENTISTICO
Da spazio di servizio relegato nelle retrovie, la sterilizzazione vive una stagione di riscoperta vestendo uno dei ruoli principali nelle ristrutturazioni di nuovo corso.
Questo nucleo operativo essenziale diventa paradigma della progettazione moderna, trasformandosi in una “vetrina” che dialoga non solo con gli operatori che ne fruiscono, ma anche con i pazienti che per la prima volta possono prenderne visione e apprezzare l’immagine di pulizia, efficienza ed etica professionale che questo spazio evoca.
Infatti, l’introduzione della “trasparenza” in questo locale dalla collocazione baricentrica rispetto le sale operative, consolida il legame di fiducia medico / paziente e spinge tutto lo staff operativo ad un corretto mantenimento degli spazi.
Apportare modifiche alle sterilizzazioni di studi esistenti risulta più complicato della progettazione ex novo, bisogna quindi valutare con accuratezza lo stato attuale per correggere gli aspetti su cui è possibile intervenire e solo in un secondo momento valutare la possibilità di dare maggiore “trasparenza e visibilità”.
Come sopracitato, la posizione baricentrica è auspicabile sia in termini di risparmio di tempo per gli addetti, sia per accorciare il più possibile il percorso dello “sporco” in uscita dalle sale operative.
Purtroppo però il collocamento all’interno di uno studio operativo non è facile da correggere, si può quindi valutare se nuove aperture per il passaggio dei ferri su pareti differenti da quella di accesso possano migliorare la circolazione interna dell’area medica.
In secondo luogo, il dimensionamento del locale che deve tener conto del numero di sale operative, ma anche di un ragionevole margine di crescita per l’eventuale implementazione futura dell’attrezzatura.
Altro aspetto fondamentale è la corretta illuminazione dei piani di lavoro che aiuta gli operatori a svolgere al meglio il proprio lavoro. A tal proposito si raccomandano sempre le soluzioni di luci integrate nell’arredo e lampade da incasso a soffitto che garantiscono una maggiore igiene rispetto alle sospensioni che possono accumulare polvere.
In ultimo, ma non per questo meno importante, l’ergonomia e la distribuzione interna delle attrezzature e degli arredi.
La configurazione di sterilizzazione con due linee separate sporco/pulito, è quella ritenuta ottimale e che gode di maggior apprezzamento anche presso le asl locali.
Essa consente una netta divisione con due piani di appoggio indipendenti e nel caso di sterilizzazione “vetrata” si consiglia di posizionare la trasparenza sulla linea dello sporco ad un’altezza che non consenta l’introspezione diretta dei vassoi dello sporco appoggiati sul piano e del retro delle attrezzature appoggiate.
Questa soluzione è da considerarsi ottimale perché preserva la possibilità di inserire i pensili sulla linea del pulito che ha maggiormente bisogno di spazio contenitivo.
Nell’impossibilità di ricavare la doppia linea esistono configurazioni a L per gli spazi piccoli e a C per gli spazi grandi dove sporco e pulito sono in successione.
È quindi importante l’identificazione delle due aree anche attraverso appositi segnali/colori.
Purtroppo la perdita della possibile fruizione dello spazio angolare è l’inconveniente di tali scelte di arredo.
Negli spazi grandi a C consigliamo, ove possibile, di separare ingresso e uscita per diminuire ulteriormente i contatti e le contaminazioni.
In questi casi in cui la sterilizzazione ha un lato sgombro dai mobili può essere realizzato in vetro a tutt’altezza, rimane però d’obbligo verificare che le pareti in muratura esistenti soddisfino completamente i requisiti di predisposizioni impiantistiche del locale.
E’ proprio questa l’ultima frontiera del locale sterilizzazione: l’implementazione impiantistica come strumento per la verifica ed il controllo del processo di sterilizzazione. Negli ultimi anni infatti questo locale ha iniziato a dialogare con la rete dati dello studio fornendo importanti informazioni sui cicli di sterilizzazione e sugli operatori coinvolti grazie all’impiego di termodisinfettori di nuova generazione.
Tutta questa innovazione segna la strada per quella che noi prevediamo diventerà in futuro una sterilizzazione sempre più visibile, automatizzata nei processi e in grado di fare la differenza qualitativa nelle ristrutturazioni architettoniche.
Foto Marco Reggi
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